La consapevole concessione di una somma a mutuo ad un soggetto insolvente e non in grado di restituirla per estinguere un pregresso debito contando sulla garanzia assicurata dallo Stato, costituisce un complesso di negozi giuridici la cui funzione concreta del negozio è l’assicurazione alla parte mutuante della garanzia statale nella consapevolezza che il debitore principale non potrà mai adempiervi ed a fronte di una non immediata esazione del precedente credito.
Una simile causa del negozio è in contrasto con le disposizioni normative di natura primaria e secondaria che regolano le modalità con le quali va condotta l’attività bancaria (anzitutto art. 5 TUB e contenuto integrativo di cui alla Circolare n. 285 del l 7 dicembre 2013) e l’accesso alle garanzie prestate dal fondo (cfr. L. 23/12/1996, n. 662 art. 2 comma I 00; D.M. 31/05/ l 999, n. 248 del Ministero dell’industria, del commercio e dell’artigianato e, in particolare in ordine alle condizioni in cui devono versare le PMI ivi inclusa la ragionevole possibilità che. siano in grado di restituire il finanziamento erogato, il D.M. Ministero delle attività produttive 20/06/2005 e allegati al D.M. Ministero delle attività produttive 23/09/2005).
Il contratto, la cui reale causa è contraria a norme imperative, va quindi ritenuto nullo per illiceità della causa ai sensi dell’articolo 1343 c.c.
L’8 gennaio 2024, il Tribunale di Asti ha emesso il provvedimento allegato che potrebbe avere profonde implicazioni nel mondo finanziario italiano.
La decisione riguarda la nullità di un contratto di mutuo bancario assistito da garanzia pubblica, specificamente il fondo di garanzia MCC per le PMI, concesso a fronte di un grave vizio di istruttoria.
Secondo quanto stabilito dal Tribunale, la banca coinvolta avrebbe deliberatamente ignorato i suoi obblighi di diligenza nel valutare il profilo del cliente e nel concedere il finanziamento.
In sostanza, la banca avrebbe accettato il rischio di erogare un prestito a un’impresa insolvente unicamente a fronte dell’accesso alla garanzia statale del Medio Credito Centrale (MCC).
Il provvedimento solleva importanti interrogativi sulle pratiche di valutazione del rischio e sul comportamento etico delle istituzioni finanziarie, sottolineando l’importanza di aderire a standard elevati di diligenza e responsabilità nell’attività di concessione di prestiti.
La violazione di tali obblighi non solo mette a rischio la stabilità finanziaria, ma può anche comportare conseguenze legali significative essendo essenziale garantire che il sistema finanziario operi in modo trasparente e responsabile, tutelando gli interessi dei consumatori e dell’economia nel suo complesso al fine di prevenire abusi.
È un segnale chiaro della necessità di adottare misure per assicurare l’integrità del sistema economico – finanziario italiano.